sabato 28 settembre 2013

Elfi

Buongiorno a tutti, eccomi di nuovo qua !
Come vedete dal titolo, oggi parleremo degli elfi.
O almeno inizieremo a parlarne, perché l'argomento è talmente vasto che ridurlo ad un semplice post non farebbe altro che sminuire la grandezza di questa immagine mitologica che ha alle spalle, secoli di vita e migliaia di trasposizioni sia letterarie che videoludiche e cinematografiche.
Forse non tutti sanno che il vero nome degli elfi, nella mitologia norrea che li ha creati, è Alfar e a dispetto di come se ne parla al giorno d'oggi, i loro natali sono alquanto insoliti.
Nati infatti dai vermi (avete capito bene, vermi!) che divorarono il cadavere di Ymir, la divinità della cosmologia, ottennero da lui gran parte delle peculiarità che li contraddistinguono anche nell'immaginario odierno (vicinanza alla natura, saper leggere gli astri ecc...)
La prima suddivisione in quelli che oggi conosciamo come Elfi della luce ed Elfi oscuri, arrivò molto più tardi, con la mitologia scozzese.
Døkkálfar, gli elfi delle tenebre" e i Liósálfar gli "elfi della luce" nacquero come fazioni contrapposte in lotta tra loro e divisi in corte Maledetta  e corte Benedetta.
Da sempre rappresentanti dell'armonia e del rispetto incondizionato verso la natura, rarissime volte li ritroviamo descritti come esserini dispettosi (quasi simili ad i folletti) o come schiavi degli umani (es. Harry Potter)
Tuttavia, nonostante le migliaia di rappresentazioni (sopraggiunte soprattutto dagli inizi del XX secolo) la più famosa ad esserci stata trasmessa è quella di John Ronald Reuel Tolkien nella sua opera più famosa: "Il signore degli Anelli"
Qui li vediamo come esseri eterei, sempre giovani e puri. Esseri che ripudiano la guerra e che, altresì evitano il contatto con altre razze che non siano la loro, per evitare contaminazioni maligne.
Allo stesso tempo però, sono abilissimi arcieri, combattenti nati, che per la sopravvivenza della propria specie riescono a diventare fortissimi e, se spinti da ragioni che loro ritengono giuste, ottimi alleati di battaglia.
L'elfo insomma è una figura molto emblematica e proprio per questo, molto utilizzata nel genere fantasy.
Le loro peculiarità, i loro segreti e differenze sembrano infinite. Probabilmente visti come l'essere umano puro ed invincibile, difficilmente in un racconto e film di genere non si trovano, ma nonostante questo, il loro fascino e la loro plasmabilità a seconda delle necessità della storia, li rende personaggi sempre odierni e curiosi da scoprire.
E voi che ne pensate?
Qual è la vostra descrizione d'elfo preferita? E qual è invece quella che vi ha colpito o incuriosito di più?
Aspetto i vostri commenti!
Un bacio e a presto...

Aurora

 
 
 
 
 
+Stefania Parra +sara Gilioli +Francesco Synue Bonanno +chiyo chan +Chibi Moody +Giorgio Conti +Claudia Nakamura +Giulia Balba +Giulia Gasperini +Eugenia Vassallo +Ester Belluzzo +Luisa Lugi +amelie legros +Asakura Kimito +Enrico Aldobrandi +giulia andreoletti +War IsEgo +Beauty Progress +Bartosz Łukowski +Cristina Di Giuseppe +Giuliana Del Greco +✖ PlayStation 4 Fans (PS4) +Ferdinando Fornari +fabio paolantoni +Renato Esposito +Mikael Compo +Minase kun +Sono, dunque scrivo +Flavio Standoli +Marco Giannetti +Sergio Mazzetti +NeutrinoGalaxy


sabato 21 settembre 2013

Il Pentamerone: la prima vera raccolta di fiabe.

Buonasera a tutti, eccomi di nuovo qui :)

Stasera vorrei parlarvi di un'opera che ho scoperto da poco (e non con poche difficoltà, dato che è un testo quasi introvabile) ma che mi ha lasciato, incredibilmente affascinata e al tempo stesso un sconvolta.
Parlo del Pentamerone.
Opera postuma di Giambattista Basile, edita tra il 1634 e il 1636 a Napoli, raccoglie 50 fiabe divise in 5 giorni. Questa idea della divisione delle giornate, l'ho trovata un po' simile al Decameron di Boccacio, anche se l'incipit è totalmente diverso.
Infatti narra la storia della principessa Zoza e della sua ricerca dell'amore a seguito di una maledizione, ricevuta da una strega per la sua cattiveria nel ridere del male di un ragazzo.
Insomma la potremmo definire, una fiaba nella fiaba.
Ed è proprio mentre cerca di conquistare questo amore, che dieci narratrici, raccontano queste novelle, per molti versi simili a quelle odierne.
Molte di loro infatti, seppur crude e violente, raccolgono l'essenza di fiabe che oggi tutti conoscono.
Questa sera porto l'esempio di una di queste ma, se sarà di vostro gradimento ne parleremo ancora. 
Il titolo è SOLE, LUNA E TALIA e potremmo definirla come la prima, vera versione scritta (prima era solo un racconto orale) della nostra BELLA ADDORMENTATA NEL BOSCO.


 Sole, Luna e Talia
 
C'era una volta un gran signore, che quando gli nacque una figlia le diede nome Talia e chiamò tutti i sapienti e gli indovini del reame perché predicessero il suo destino. Loro studiarono le stelle e si consultarono a lungo, poi dissero:
"Talia sarà bella e piena di grazie, ma rischia di morire a causa di una lisca di lino".
Sperando di evitare la disgrazia, quel signore comandò che in casa sua nessuno tenesse o portasse più lino, e nemmeno canapa, né qualunque cosa gli somigliasse.
Ma quando Talia era già una fanciulla, un giorno che stava alla finestra vide passare una vecchia che filava; e a lei che non aveva mai visto una conocchia né un fuso piacque moltissimo come rotolava. Le venne un desiderio tanto grande di vederlo da vicino che invitò la vecchia a salire su da lei, e presa in mano la rocca provò a tirare il filo, ma una lisca di lino le si infilò sotto l'unghia e nello stesso istante cadde a terra morta, mentre la vecchia vedendo cos'era successo prese le scale e andò via di corsa.
Il povero padre di fronte a questa disgrazia pianse a calde lacrime e si sentì inondato dalla tristezza. Allora lasciò la bellissima Talia nel suo palazzo di campagna seduta su una poltrona di velluto, sotto un baldacchino di broccato, poi chiuse tutte le porte e abbandonò per sempre quel palazzo, sperando di dimenticare la disgrazia e di superare il terribile dolore che gli aveva causato.
Dopo tanto tempo passò un re che andava a caccia, e gli sfuggì il falcone che volò nel palazzo da una finestra aperta, e non tornava più al suo richiamo. Allora il re fece bussare al portone, credendo che ci abitasse qualcuno, ma nessuno rispondeva, così si fece portare una scala da vendemmiatore e volle andare a vedere cosa c'era in quel palazzo.
Girò per tutte le stanze e rimase pieno di meraviglia perché non vedeva anima viva, finalmente aprì la porta della camera dov'era Talia sotto l'incantesimo, e credendo che fosse addormentata la chiamò, ma lei non rispondeva, allora provò a rianimare la bellissima fanciulla pensando che si fosse sentita male, ma inutilmente; infine, infiammato dalle sue bellezze, la prese fra le braccia e l'adagiò sul letto, la baciò e le diede tutto il suo amore. Poi lasciandola là distesa fece ritorno al suo palazzo, e per un bel po' di tempo non ripensò più a quello che era successo.
Talia dopo nove mesi partorì due creature, un maschio e una femmina, splendenti di bellezza come oro e gemme, che furono curati da due fate apparse nel palazzo, che li attaccarono ai seni della mamma.
Un giorno che i gemelli volevano poppare, non trovando il capezzolo presero in bocca il dito di Talia, e tanto succhiarono che fecero uscire la lisca di lino.
Allora a Talia parve di svegliarsi da un lunghissimo sonno, poi vide accanto a sé quelle due bellissime creature, tutta contenta diede loro il suo latte, e li teneva cari come la sua stessa vita.
Talia non capiva cosa le fosse successo, si trovava tutta sola in quel palazzo con i suoi gemelli, mentre le servivano da mangiare senza che potesse vedere chi glielo portava, quando il re si ricordò della bella addormentata.
Tornò a caccia, e arrivato davanti al palazzo entrò per vederla, e siccome la trovò risvegliata con quei due bambolottini così belli e gioiosi, fu felice come non era mai stato prima.
Raccontò a Talia chi era e come erano andate le cose, così si conobbero e si vollero subito bene, e passarono insieme un po' di giorni. Poi la lasciò sola, promettendole che sarebbe tornato per portarla con sé, e andò nel suo reame, dove nominava di continuo Talia e i suoi figli, tanto che mentre mangiava aveva sulle labbra Talia, Sole e Luna, così aveva chiamato i bambini, e non si svegliava né si addormentava se non pronunciando il loro nome.
La regina, vedendo che era stato tanto tempo lontano per la caccia, aveva avuto qualche sospetto, e sentendo che non faceva altro che chiamare Talia, Sole e Luna, divenne furiosa per la gelosia. Chiamò il suo segretario e gli disse:
"Stammi a sentire, bello mio, non ti conviene rifiutare quello che ti chiedo, perché se mi dici di chi è innamorato il re ti faccio arricchire, e se me lo nascondi ti faccio ammazzare".
Il segretario da una parte era impaurito, dall'altra avido di ricchezza e, dimenticandosi di aver mai sentito parlare di onore, di giustizia o di fedeltà al re, le raccontò tutto quello che voleva.
Allora la regina gli ordinò di andare da Talia a dirle che il re voleva i bambini a palazzo.
Talia ne fu contenta e mandò Sole e Luna col segretario, che li mise nelle mani della regina, e lei, che era più velenosa di una vipera, comandò al cuoco di scannarli e cucinarli in varie salse per farli mangiare al re.
Ma il cuoco per fortuna era di cuore tenero, e vedendo quei due bei bambolottini ne ebbe pietà, così, dopo averli affidati a sua moglie perché ne avesse cura, preparò al loro posto due capretti secondo cento ricette.
Quando arrivò il re, la regina tutta soddisfatta fece servire in tavola, e mentre il re mangiava di gusto, esclamando:
"Oh, com'è buono questo! Che squisitezza quest'altro!", lei ogni volta gli diceva:
"Mangia, che mangi la carne tua!".
Il re a un certo si rannuvolò e le disse: "Lo so che mangio la mia carne, perché io sono il re ed è tutta roba mia, mentre di tuo qui non c'è nulla";
poi si alzò e andò a fare una girata in campagna per farsi passare la rabbia.
Ma alla regina ancora non bastava quello che aveva fatto, e così ordinò al segretario di andare a chiamare Talia con la scusa che il re l'aspettava.
Talia contenta si preparò e partì subito, piena di desiderio di vedere il re, e non sapeva che andava in bocca alla sua nemica.
Appena arrivò davanti alla regina, questa con una smorfia crudele e con voce perfida e beffarda le disse:
"Ah! Ah! Ben arrivata signorina sgualdrinella! Sei tu allora la cagnetta che ha abbindolato il re, tu sei la smorfiosa che voleva tenerlo tutto per sé! E' da te madamigella porcellina che passa tanto tempo! Sei arrivata al tuo tribunale, perché ora io ti darò la punizione che ti meriti!".
Talia cominciò a chiedere scusa, dicendo che non era colpa sua, che il re aveva preso le sue proprietà mentre lei era incantata, ma la regina non volle ascoltarla.
Accese il grande rogo che aveva fatto preparare nel cortile del palazzo e diede ordine che ce la mettessero a bruciare.
Vedendo che le cose si mettevano male, Talia si inginocchiò davanti alla regina e le disse:
"Ti prego, dammi almeno il tempo di levarmi questi bei vestiti che indosso".
Non per pietà, ma perché le piacque l'idea di prendersi quegli abiti ricamati d'oro e di perle, la regina le rispose:
"E va bene, spogliati".
Allora Talia cominciò a spogliarsi lentamente, e ad ogni parte del suo abito che si toglieva gettava un grido, così, quando si era già levata il mantello, la giacchina e la gonnella, al momento di levarsi la sottoveste gettò l'ultimo strillo, e la presero e la stavano mettendo sul rogo dove la regina voleva trasformarla in un mucchietto di cenere, quando accorse il re, e trovandosi di fronte a quella scena ordinò che nessuno si muovesse. Volle sapere cos'era successo, e quando chiese dei suoi bambini, la regina crudele gli disse:
"A questo non metterai rimedio, perché te li ho fatti mangiare e ti sono anche piaciuti tanto".
Il re credette d'impazzire, e piangeva e gridava: "Poveri agnellini miei, allora sono stato io il vostro lupo mannaro! Com'è possibile che non abbia riconosciuto le vostre ciccine che ho tanto accarezzato? E tu, perfida strega rinnegata, come hai potuto essere più feroce delle bestie selvatiche? Ma io non ti concederò il tempo di chiedere perdono per i tuoi peccati!".
E diede ordine che la regina fosse bruciata sul rogo che aveva fatto preparare per Talia, con lei fece bruciare anche il segretario suo complice e comandò che bruciassero anche il cuoco che aveva tagliuzzato e cucinato i suoi bambini. Ma il cuoco si buttò ai suoi piedi e disse:
"Signore, sarebbe un rogo la ricompensa per il servizio che ti ho reso? Così mi fai festa, mentre arrostisco legato a un palo? E' questa la buona posizione che mi fai avere, in gratella con la regina? Mi aspettavo qualcosa di meglio per aver salvato le tue creature disobbedendo a quel cuore di pietra che voleva fartele mangiare!"
A sentire queste parole il re rimase attonito, e pensava che fosse un sogno, perché non riusciva a credere a quello che gli dicevano le sue orecchie. Poi si rivolse al cuoco e gli disse:
"Se è vero che hai salvato i miei bambini, sta sicuro che ti farò smettere di girare lo spiedo, e ti darò il potere di girare il mio cuore, perché voglio accontentarti in tutti i tuoi desideri, e ti darò un premio tanto grande che sarai l'uomo più felice del mondo!".
Mentre il re diceva queste parole, la moglie del cuoco che aveva visto suo marito in pericolo portò Sole e Luna, e il re li abbracciò insieme a Talia, e piangendo di gioia non riusciva a saziarsi di baciarli e accarezzarli.
Dopo aver assegnato una ricca rendita al cuoco e averlo nominato primo gentiluomo del palazzo, il re sposò Talia, che visse sempre felice e contenta col marito e i figli, dopo aver sperimentato che anche dormendo si può aver fortuna.


Come potete leggere, vi sono molte similitudini tra Talia e Aurora.
Ma la fiaba è più cupa, a tratti perfino volgare. Una violenza ricevuta, che poi collima con un "e vissero felici e contenti" effettivamente è un po' insensato per i nostri tempi.
Ma appunto, ogni opera letteraria va studiata dall'ottica dell'epoca in cui fu scritta (anche il Decameron contiene scene molto forti, ma oggi è ricordato come un'opera letteraria importantissima) e nel '600, a differenza di quanto molte persone credano, vi erano pochi scrupoli a narrare eventi simili, anche a dei bambini.
Certo, personalmente non leggerei mai una storia del genere a dei bambini, ma è innegabile che sia un'opera vasta ed importante (anche se meno conosciuta di quella dei Grimm) che parte da uno stile simile alle novelle medioevali, per arrivare alle vere e proprie fiabe popolari.
Insomma per chi ama le fiabe, è un ottimo studio e un'opera che ci fa riscoprire la natura di quelle favole che raccontiamo e che ci sono state raccontate nell'infanzia.
E poi è curioso (perlomeno personalmente) confrontare come siano cambiati gli usi e i costumi letterari nelle fiabe e nel fantasy.
E voi cosa ne pensate?
Aspetto i vostri commenti :)
Alla prossima


                                                           Aurora
 
 
 
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martedì 17 settembre 2013

Le fiabe & il fantasy

+Stefania Parra +sara Gilioli +Francesco Synue Bonanno +chiyo chan +Chibi Moody +Giorgio Conti +Claudia Nakamura +Giulia Balba +Giulia Gasperini +Eugenia Vassallo +Ester Belluzzo +Luisa Lugi +amelie legros +Asakura Kimito +Enrico Aldobrandi +giulia andreoletti +War IsEgo +Beauty Progress +Bartosz Łukowski +Cristina Di Giuseppe +Giuliana Del Greco +✖ PlayStation 4 Fans (PS4) +Ferdinando Fornari +fabio paolantoni +Renato Esposito +Mikael Compo +Minase kun +Sono, dunque scrivo +Flavio Standoli +Marco Giannetti
Buonasera a tutti!
Eccomi di nuovo qui.
Come promesso, ho preparato questo piccolo post di approfondimento sul fantasy. Ho pensato di iniziare dalle favole, poiché credo siano loro la vera e prima dimostrazione del genere.
Ma non tratterò delle favole Disney che da bambini abbiamo amato.
Quelle di cui vi parlerò io, saranno le storie originali...e saranno molto più crude di quanto tutti (io compresa) ci saremmo potuti aspettare.
Per stasera vorrei iniziare con la favola della Sirenetta, che ben lungi dal concludersi con l'happy ending della storia di Ariel, ci trasporta in un mondo denso e spietato. Dove amore e sacrificio, dolore e morte camminano a pari passo, in una storia dal sapore agrodolce che forse, lascerà con l'amaro in bocca, ma che personalmente ho amato più della trasposizione disneyana.

 
La Sirenetta:
Nelle profondità degli oceani vivevano esseri metà umani e metà pesci: le sirene.
Dotate di una voce melodiosa, a volte risalivano alla superficie del mare per cantare, addolcendo così l'agonia dei marinai naufragati.
Abitavano in palazzi meravigliosamente decorati di conchiglie multicolori e di madreperle che i raggi del sole, smorzati, facevano risplendere. Intorno si estendevano vasti giardini di alghe brune e verdi. Le prime ondulavano come sciarpe di seta gonfiate da una brezza leggera, le seconde, finemente cesellate, davano riparo ai pesci dalle forme straordinarie e dai colori forti, che volteggiavano graziosamente in compagnia di meduse trasparenti.
Nel più grande e più bello di questi palazzi marini regnava il re del mare.
Già vecchio, era un padre soddisfatto di sei bellissime principesse. Egli aveva affidato la loro educazione alla regina madre, che aveva una grande coscienza del suo rango; infatti, inculcò con rigore alle principesse le belle maniere, l'arte di ricevere e tutte quelle cose che facevano di loro delle ragazze sapienti e perfette.
Erano tutte bellissime, ma la più giovane era di uno splendore particolare che la distingueva dalle sorelle. I suoi lunghi capelli biondi e soffici, la sua bocca rossa, il suo colore delicato e i suoi occhi chiarissimi le conferivano un fascino incomparabile.
Tutto in lei era perfetto... Ahimè! da qualche tempo però la tristezza offuscava spesso il suo volto delicato, dandole un'aria depressa e assente.
Aveva sempre più desiderio di ritirarsi nel giardino segreto, giardino che aveva ogni principessa, perché le piaceva sognare ad occhi aperti, lontana dagli occhi delle sorelle; ma ora ci passava lunghe ore immersa nei suoi pensieri. Qual' era la ragione di questo cambiamento d'umore, lei che prima era così amabile?
Qualche giorno prima aveva trovato un busto in alabastro di un giovane uomo, probabilmente caduto in mare durante il naufragio di una nave.
Era sempre stata attratta dai racconti della nonna sulla vita terrestre; come tutte le sirene il giorno del quindicesimo compleanno, sua nonna era emersa dalle profondità dell'oceano e aveva scoperto il mondo sconosciuto degli uomini.
In seguito, aveva fatto frequenti incursioni sulle spiagge di diversi litorali e aveva conservato un ricordo indimenticabile delle sue esperienze. La passione che metteva nel raccontare le sue storie fu trasmessa alla giovane sirenetta. Avida di particolari, l'assillava di domande; voleva conoscere tutto della vita di chi, sulla terra, con due gambe, si muoveva facilmente così come lei danzava nell'acqua…
Purtroppo, ancora alcuni anni le mancavano prima che lei compisse i suoi quindici anni...
Un giorno la maggiore delle sue sorelle compì i tanto attesi quindici anni. Dopo aver avuto innumerevoli raccomandazioni di prudenza dalla nonna preoccupata, partì verso la superficie, guardata con invidia dalla sorella minore. Al ritorno, raccontò con entusiasmo la sua esperienza e, certamente, la sua più avida ascoltatrice fu la sirenetta più giovane.
L'anno seguente, fu il turno della seconda figlia del re: partita nella direzione opposta conobbe altri paesaggi, altri popoli, che descrisse alla sorella addirittura abbagliata. La terza principessa fra quelle che ricevettero il permesso, si recò in una baia, risalì poi un fiume circondato da castelli, colline e foreste. La quarta preferì restare al largo a contemplare le navi che facevano rotta verso il continente. Il compleanno della quinta fu in inverno ed ebbe il privilegio di ammirare la neve e il ghiaccio, che nessuna sirena aveva mai visto fino ad allora. Infine, il giorno tanto atteso e nello stesso tempo tanto temuto, arrivò. La piccola sirena compì quindici anni. Appena ebbe il permesso di partire, nuotò vigorosamente e andò verso il cielo che intravedeva sopra la sua testa. Tra gli spruzzi di mille goccioline, uscì sulla superficie del mare e contemplò, soggiogata, il sole che calava fiammeggiante all'orizzonte. I minuti passarono meravigliosi.
Lentamente, il giorno si oscurò e arrivò la notte, ma la piccola sirena riuscì a scorgere, lasciandosi dondolare dolcemente, una magnifica caravella con molte vele.
C'era una festa a bordo e l'alberatura era tutta addobbata con centinaia di lampade che illuminavano tutta la nave. Sul ponte riccamente parato c'era l'eroe della serata, un principe giovane e bello...
Affascinata dallo spettacolo fiabesco, la sirenetta fissava estasiata il giovane che si distingueva dagli altri per la sua prestanza fisica e la sua eleganza.
Improvvisamente si alzò il vento, le onde divennero più violente e si infransero contro la nave. I lampi saettavano nel cielo oscurato dalle nuvole e la tempesta scoppiò spaventosamente.
I marinai, sorpresi dalla rapidità e dalla forza dello scatenarsi degli elementi, non ebbero il tempo di abbassare le vele: gonfiate al massimo, trasportarono la nave come una pagliuzza. Spinta dal vento, sballottata dalle onde giganti, la nave non resistette molto tempo. Lo scafo si ruppe, le strutture sradicate caddero nell' acqua e in mezzo alle grida dei naufraghi, la nave tu inghiottita dalle onde mugghianti.
Fu così che un'incredibile speranza attraversò la mente della sirenetta che assisteva impotente a quel dramma: il principe la stava raggiungendo nel regno del mare!
Poi si ricordò che gli uomini annegavano se non potevano respirare l'aria, per loro indispensabile. Con il rischio di essere ferita dai rottami della nave, si precipitò in soccorso del principe un attimo prima che fosse inghiottito dalle onde.
Gli sorresse la testa fuori dall'acqua e poi, lottando con tutte le sue forze, cercò di arrivare a riva.
Dopo molti sforzi, esausta, giunse sulla spiaggia con il suo carico esanime. Al mattino la tempesta si era calmata e nel cielo senza nuvole, il sole cominciò a salire verso lo zenit.
Il mare era calmo e tutti i resti della nave erano scomparsi. Si sarebbe potuto credere che non fosse successo niente. Soltanto la presenza del principe ricordava i tragici avvenimenti della notte.
La sirenetta pensò che la vita era più tranquilla nel regno profondo del mare; fugacemente, rimpianse la sua vita comoda, ma la vista del giovane la riportò alla realtà.
Con gli occhi chiusi sembrava dormisse e poté osservarlo per lungo tempo: assomigliava stranamente al busto di alabastro che ornava il suo giardino... furtivamente, gli diede un bacio sulla fronte.
E se fosse morto? Disperata, non sapeva che fare per salvare colui che amava già con tutto il cuore. Si sentì inutile, la sua coda di pesce le impediva tutti i movimenti sulla terra ferma.
Coraggiosamente, incominciò a tirare il corpo inerte verso un luogo ben in evidenza, alla vista di eventuali passanti.
Poi, andò a sedersi dietro una roccia, non potendo fare altro per il principe. Quasi subito, una ragazza che passeggiava sulla spiaggia, approfittando del dolce sole mattutino, vide il principe. Chiamò aiuto e il giovane ebbe finalmente soccorsi.
Riscaldato, confortato, riprese i sensi e il primo volto che vide fu quello della giovane ragazza.
Ben rassicurata sulla sorte di chi aveva toccato il suo cuore per sempre, la piccola sirena si immerse nel mare e ritornò nel suo regno. Non raccontò nulla del suo soggiorno in superficie e il suo silenzio preoccupò il re,
la nonna e le sue sorelle. Da quel giorno passò le giornate nel suo piccolo giardino contemplando la statua, sosia del principe. Molte volte andò sulla spiaggia dove aveva lasciato il principe, sperando di rivederlo ma invano... le stagioni passarono.
La malinconia della piccola principessa aumentava ogni giorno di più e il suo sconforto si intensificava. Sua nonna ebbe pena di lei e, dopo molte esitazioni, si decise a rivelare alla ragazza l'esistenza e i grandi poteri della strega che abitava sul fondo dei mari:
- Se sei felice solo quando sei sulla terra, vai a trovarla, lei ti aiuterà ma...
Senza aspettare un attimo di più, la piccola sirena riunì tutte le sue forze e nuotò verso l'antro della maga.
Coraggiosamente, riuscì a resistere all'attacco delle murene che volevano morderla e ignorò le ferite causate dai coralli che laceravano il suo corpo. Superando la paura, continuò, malgrado gli ostacoli che le sbarravano il cammino e finalmente giunse davanti all'orribile donna che, avvisata del suo arrivo, l'aspettava.
Una puzza pestilenziale usciva da un pentolone il cui contenuto stava bollendo.
- So quello che desideri, - sogghignò la donna spaventosa, - sei molto audace! Voglio esaudirti, ma come contropartita, dovrai fare grandi sacrifici: in cambio delle gambe, voglio la tua voce, resterai per sempre muta... non ridiventerai mai più una sirena e se non saprai guadagnarti l'amore dell'uomo che ti ha ammaliata, se egli amerà un'altra donna, morrai... Poi aggiunse con un' aria terribile: ad ogni passo, avrai dolori, i tuoi piedi sanguineranno ma tu dovrai sorridere, nascondere il tuo tormento... Sei ancora decisa?-
- La mia decisione è irremovibile. Voglio realizzarla a qualunque costo!-
Nauseata, inghiottì la bevanda dall'odore fetido che la strega le diede.
Con atroci sofferenze, la coda di pesce si trasformò in due gambe affusolate.
La piccola sirena non riuscì a trattenere un grido di' dolore. Ad ogni passo gli occhi le si riempivano di lacrime; faticosamente si diresse verso la spiaggia. Le sue nuove gambe erano più un intralcio che un aiuto e, esausta, svenne sulla sabbia.
Quando si svegliò, il suo sguardo incrocio... quello del principe!
Anche il principe veniva regolarmente sulla spiaggia: era alla ricerca di una ragazza che aveva conquistato il suo cuore, con uno sguardo che aveva incrociato il suo al risveglio dopo il naufragio... E così scoprì la sirenetta.
Soggiogato dal suo fascino e dalla sua bellezza, la presentò ai suoi genitori, a corte e diventò la regina dei balli e dei ricevimenti dati in suo onore.
La sirenetta soffriva atrocemente, ma sorrideva radiosa. Appena restava sola, furtivamente bagnava i piedi sanguinanti nel mare fresco e riposante.
Una grande tristezza la tormentava notte e giorno: il principe l'amava, ma come una sorella, un'amica... essendo muta, si confidava molto con lei, sicuro che avrebbe mantenuto il segreto.
Il principe pensava che le lacrime che brillavano negli occhi della ragazza, fossero lacrime di compassione e le era riconoscente.
Se avesse potuto immaginare... Il principe cominciò a disperare di poter ritrovare la ragazza da cui lui credeva fosse stato salvato, quando ricevette un invito dal re di un paese vicino.
Fu con grande sorpresa e gioia che riconobbe nella figlia del re la sua salvatrice!
Anche la giovane principessa si era innamorata dello sconosciuto della spiaggia e il loro ritrovarsi fu meraviglioso.
Fu subito stabilito il matrimonio, che si celebrò dopo qualche giorno con grande sfarzo.
Il ballo degli sposi si svolse su una nave riccamente decorata e illuminata.
La piccola sirena si sforzò molto per essere gaia e gentile. Le sue gambe la sostenevano a malapena, ma lei danzò tutta la notte, la sua ultima notte... il principe aveva sposato un'altra e la piccola sirena doveva ritornare nel mare dove sarebbe affogata, essendo ormai una ragazza terrena.
Ciò a lei non importava; come poteva vivere senza amore?
Sulla spiaggia, prima di entrare tra i flutti che sarebbero diventati la sua bara, intravide le sue sorelle:
- Vieni - le gridarono - abbiamo venduto le nostre lunghe chiome alla strega in cambio della tua vita. Ma ad un'altra condizione: prima dello spuntare del sole, il sangue del principe dovrà bagnare le tue gambe che si ritrasformeranno in una coda di pesce... sbrigati, stai morendo... - arrivavano queste parole dal mare...
Spaventata... uccidere colui che amava ancora!
I brividi la percorsero… la morte cominciava la sua opera.
Poi il suo corpo divenne leggero, aereo, e la sirenetta si ritrovò nel regno dell'aria dove le figlie del vento, per compassione l'avevano portata.
Ormai, la piccola sirena infelice vivrà nel cielo eternamente perché lassù la morte non esiste.
Dall'immensità dei cieli, veglierà e proteggerà la giovane coppia principesca, testimone della felicità che non aveva potuto avere.
 
 
Hans Christian Andersen
 
 
Come potrete notare la favola ha toni molto più cupi.
Parla di amore. Un amore impossibile ma che non vieta alla sirenetta di continuare ad amare anche dopo la morte, poiché quello che ha provato lei è un sentimento vero che porta anche al sacrificio.
Ora, non sono un'esperta e questo lo sottolineo, ma sono da sempre un'appassionata del fantasy in ogni sua forma e facendo una ricerca ho visto che nelle favole originali è uso comune narrare azioni che ora definiamo ragionevolmente, disdicevoli (stupri, omicidi e chi più ne ha più ne metta)
Eppure quelle stesse fiabe (alleggerite dei fatti più scabrosi, ovviamente) nate dalla parola che da padre in figlio si è trasmessa nella storia, per poi esser trasposta in libro dai fratelli Grim e da Andersen (cito i più grandi), li leggiamo ai nostri fratelli, sorelle o figli e anche a noi, nell'infanzia sono state lette.
Vorrei sapere la vostra opinione.
Secondo voi, cosa ha portato la gente a credere che queste fiabe (alleggerite nel tempo) fossero per bambini, quando è chiaro che erano destinate ad un pubblico adulto e poco impressionabile?
Cosa ne pensate?
Aspetto i vostri commenti :) a prestissimo
 
 
Aurora


sabato 14 settembre 2013

Benvenuti!

+Stefania Parra +sara Gilioli +Francesco Synue Bonanno +chiyo chan +Chibi Moody +Giorgio Conti +Claudia Nakamura +Giulia Balba +Giulia Gasperini +Eugenia Vassallo +Ester Belluzzo +Luisa Lugi +amelie legros +Asakura Kimito +Enrico Aldobrandi +giulia andreoletti +War IsEgo +Beauty Progress +Bartosz Łukowski +Cristina Di Giuseppe +Giuliana Del Greco +✖ PlayStation 4 Fans (PS4) +Ferdinando Fornari +fabio paolantoni +Renato Esposito +Mikael Compo +Minase kun +Sono, dunque scrivo +Flavio Standoli +Marco Giannetti
Buonasera a tutti :) e benvenuti!
Questo blog nato appena un giorno fa è come un piccolo cucciolo che dovrò crescere e per cui spero di avere il vostro aiuto, perché i protagonisti sarete voi!
In tutto ciò che verrà pubblicato nel mio blog, dalle anteprime dell'uscita del mio libro (di cui a breve pubblicherò un estratto gratuito) ai retroscena, fino ad arrivare a recensioni e a vere e proprie indagini sulla letteratura passata e moderna (per ora sto organizzando un'indagine sul genere fantasy dalla mitologia celta fino ai romanzi odierni...senza dimenticare il cinema, in cui il genere sta vivendo un periodo florido) mi piacerebbe ricevere una vostra viva partecipazione...ma so che per questo dovrò impegnarmi per rendere questo sito interessante e così farò, ve lo assicuro ;)
A prestissimo con il primo vero post...
 
Aurora